Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 22 Agosto 2019
La McLaren in Formula 1 è una della case automobilistiche più forti di sempre: la scuderia ha alle spalle una lunga storia, nata dalla passione del suo fondatore, Bruce McLaren. Ripercorriamo insieme le tappe del percorso della scuderia inglese, dalle origini fino a oggi.
McLaren F1: le origini
La McLaren nacque nel 1963, quando il pilota neozelandese Bruce McLaren fondò la scuderia che fa tuttora parte del McLaren Group, una holding che include anche varie altre società, tra le quali la McLaren Automotive, produttrici di automobili stradali.
La sede McLaren è oggi Woking, in Inghilterra, ma la scuderia nacque in realtà a Slough, nei pressi di Londra, e inizialmente si occupava nella gestione delle Cooper Climax, auto da corsa impegnate nella Tasman Series. Le prime vetture a gareggiare furono due, una guidata dallo stesso Bruce McLaren, mentre l’altra dal giovane americano Timmy Mayer, che però morì nell’ultima gara del primo campionato disputato. Dopo il tragico evento, Teddy, il fratello del pilota scomparso, entrò nel team McLaren come capomeccanico.
L’ingresso ufficiale della McLaren in F1 avvenne nel 1966 con la M2B, una monoposto moderna per l’epoca ma che tuttavia non riuscì a brillare per quanto riguarda le prestazioni nelle prime gare di automobilismo alle quali partecipò. Le cose cambiarono alla fine degli anni ’60, quando l’azienda Cosworth iniziò a produrre il motore DFV a otto cilindri che fu ben presto adottato da diverse scuderie, tra le quali anche in Formula 1 dalla McLaren.
McLaren Formula 1: l’affermazione
I primi successi della McLaren in F1 arrivarono nel 1968 con tre vittorie della monoposto M7A, guidata sempre da Bruce e dal nuovo pilota Denny Hulme. Il team ottenne il secondo posto in Campionato e lo stemma McLaren iniziò a farsi conoscere; nel 1970 con la morte prematura del fondatore durante un test, la gestione della scuderia passò nelle mani di Teddy Mayer.
Gli anni successivi furono molto proficui per la McLaren in Formula 1: nel 1974 arrivò la prima vittoria del titolo mondiale con il primo dei migliori piloti della scuderia, il brasiliano Emerson Fittipaldi. Da quel momento iniziò la vera e propria ascesa dell’azienda inglese, che si concretizzò con altre grandi vittorie negli anni ’80, sotto la gestione di Ron Dennis: fu con questo team manager che la sede McLaren si spostò a Woking e questo fu solo uno dei primi grandi cambiamenti avvenuti con questa dirigenza. Dennis, infatti, ebbe il merito di ingaggiare grandi piloti come Niki Lauda, Ayrton Senna e Alain Prost, e di introdurre i migliori motori di quell’epoca, il TAG Porsche e poi quello della Honda; con quest’ultima azienda la collaborazione durò fino al 1992. L’anno successivo, con l’assetto Ford, la McLaren in F1 si piazzò al secondo posto e concluse così un periodo d’oro.
A quel punto, nel 1994 la scuderia si reinventò con i motori Peugeot e con gli ormai famosi piloti McLaren Mika Häkkinen e Martin Brundle, non riuscendo, però, a ottenere, più di un quarto posto; una vera svolta si ebbe l’anno successivo, con l’ingresso in Formula 1 della McLaren Mercedes: la collaborazione con l’azienda tedesca è durata fino al 2015 con discreti successi e la vittoria di un Mondiale nel 1998. Per due anni, fino al 2017, la McLaren ha poi stretto una nuova collaborazione con la Honda che però si è rivelata del tutto fallimentare e si è conclusa con un nono posto. Così nel 2018 la scuderia si è affidata ai motori Renault ottenendo buoni risultati e un sesto posto l’anno scorso.
McLaren: il logo e la sua evoluzione
Alla nascita della McLaren, il logo fu disegnato dall’artista Michael Turner, amico intimo di Bruce McLaren: l’immagine era composta dalla sagoma di un kiwi, parola maori che definisce l’apteryx, un volatile originario della Nuova Zelanda, paese natale del fondatore della scuderia; questa sagoma era combinata con quella di una monoposto vista da davanti, per creare uno stemma rosso e verde su uno sfondo raffigurante una bandiera a scacchi.
Fu questo il primo stemma McLaren a comparire sulle vetture durante le prime gare negli anni’60; nel 1967 il logo fu poi modificato nello “Speedy Kiwi”, una sagoma maggiormente stilizzata e slanciata per conferire l’idea della velocità e della dinamicità delle auto della scuderia. Poco dopo il colore divenne arancione e lo stemma fu ribattezzato “McLaren Orange”, probabilmente anche perché è questo il colore tipico della Nuova Zelanda. La scelta fu quella migliore perché il logo divenne famoso e ben riconoscibile in tutto il mondo; in seguito, però, a causa della crescente importanza delle sponsorizzazioni, nella McLaren il logo scomparve del tutto negli anni ’80 e divenne una semplice scritta recante il nome della scuderia, con sopra il simbolo della Marlboro, con i colori bianchi e rossi predominanti.
Negli anni ’90 il partner cambiò e con l’ingresso della Mercedes le tonalità si fecero più scure, dal nero fino al grigio: lo stemma McLaren, invece, rimase sempre la sola scritta del nome, sormontata però da uno speedmark, ossia un piccolo segno che simboleggia la velocità. Questo logo ha subito numerosi restyling nella linea e nel colore, ma è rimasto fondamentalmente lo stesso fino a oggi.
McLaren F1: i migliori piloti e le più grandi vittorie
Come è accaduto nella storia della Ferrari, non è solo in Formula 1 che la McLaren si è distinta: la scuderia britannica, infatti, sin dalle origini ha partecipato anche ad altre competizioni automobilistiche, dominando, ad esempio, il Campionato CanAm tra il 1967 e il 1972, vincendo 5 titoli consecutivi, per poi ottenere grandi successi anche alla 500 Miglia di Indianapolis negli anni ’70 e vincendo la 24 Ore di Le Mans più di recente, nel 1995. Oltre alla Mercedes, oggi la McLaren è l’unica scuderia al mondo ad aver ottenuto almeno una vittoria in ciascuna delle tre più grandi gare automobilistiche.
Parlando più nello specifico della Formula 1, la McLaren ha vinto 8 titoli mondiali costruttori e 12 titoli mondiali piloti; per quanto riguarda i successi della scuderia, il primo, come anticipato, risale al trionfo di Emerson Fittipaldi nel 1974; il secondo e il terzo furono consecutivi, nel 1984 con Niki Lauda e nel 1985 con Alain Prost; dal 1988 al 1991 la McLaren vinse poi ben 4 titoli di seguito, nell’era del grande Ayrton Senna che se ne aggiudicò 3, mentre il quarto fu vinto da Prost. L’ultimo trionfo della scuderia inglese risale invece al 1998, con il pilota finlandese Mika Häkkinen. Da allora la McLaren è tornata competitiva grazie a piloti come Kimi Räikkönen, Fernando Alonso e Lewis Hamilton, senza tuttavia riuscire a portare di nuovo a casa il titolo costruttori, ma solo quello piloti nel 1999 sempre con Häkkinen e poi nel 2008 con Hamilton. Quest’anno ci riproverà con alla guida lo spagnolo Carlos Sainza Jr e con l’inglese Lando Norris.