Abbiamo chiuso con un bel tris, all’interno forse del calciomercato più difficile degli ultimi vent’anni. Il tris servito con tanto di ufficialità nell’ultimo giorno di trattative prima dello stop: Chiesa alla Juve, Callejon alla Fiorentina, Bakayoko al Napoli. Le prime due assolutamente collegate, la terza un autentico “miracolo” per le modalità che hanno portato un grande centrocampista alla corte di Gattuso.

Federico Chiesa ha ottenuto ciò che ha inseguito con forza dalla primavera 2019. Già allora aveva un accordo completo con la Juve, da cinque milioni di ingaggio a stagione, soltanto che non aveva fatto i conti con l’oste. L’oste si chiama Rocco Commisso che stava per rilevare il club viola e che non si sarebbe potuto permettere, fresco di nomina, di togliere dalla vetrina il gioiello più luccicante. Sarebbe stato un autogol completo, anche se Commisso aveva intuito che Fede aveva la testa altrove e che quel trasferimento in bianconero lo avrebbe allettato più di qualsiasi altra cosa. Ma Rocco aveva detto no e non ci sarebbero stati margini di manovra.

Forse, in quei giorni Commisso gli ha fatto una promessa, della serie: quest’anno resti qui, tuttavia se dovessero esserci proposte convincenti al prossimo giro di carte noi le prenderemmo seriamente in considerazione. Al prossimo giro, arriviamo ai giorni nostri, la Juve si è materializzata e ha studiato una formula tale che potesse mettere d’accordo tutti. I 60 milioni, bonus compresi, che Commisso aveva chiesto per aprire una trattativa, accordando un mini sconto rispetto alla base di 70 da cui era partito. La formula ha avuto il gradimento di tutti perché l’obbligo di riscatto si materializzerà automaticamente al verificarsi di tre condizioni.

Basta e avanza citare la più importante: se la Juve arrivasse tra le prime quattro, Chiesa sarebbe totalmente bianconero, e immaginiamo che ci saranno pochi intoppi in tal senso. Fede per la Juve sarà la qualità che Pirlo cercava in mezzo senza riuscire a ottenere un regista di spessore. Chiesa dovrebbe essere l’esterno di centrocampo oppure quello di attacco con Kulusevski spostato in un altro ruolo, meno avanzato. Ma questi sono dettagli tattici, sia pure importanti, che spettano all’allenatore. Non abbiamo dubbi che, avendo chiesto Chiesa con decisione e convinzione, la quadratura sarà trovata nel migliore dei modi.

Josè Maria Callejon stava aspettando che si liberasse il posto per sbarcare a Firenze dalla porta principale e raccogliere l’eredità. Aveva detto no a tutti pur di sposare il progetto viola, al punto che – se fosse saltata l’operazione Chiesa – la Fiorentina avrebbe provveduto lo stesso a ingaggiarlo per mantenere una promessa fatta in tempi non sospetti. Callejon è il maestro del 4-3-3: tagli, assist e giocate senza soluzione di continuità. Certo, se fosse arrivato anche il suo amico Milik, sarebbe stato il massimo possibile e immaginabile. Ma Milik aveva ormai deciso di dire no a tutti: a nulla è servita la faraonica offerta della Fiorentina, il polacco prosegue nel suo sciopero, una scelta libera e tuttavia abbastanza grave nell’anno che conduce agli Europei.

Ma questo è un altro discorso che coinvolge appena Callejon, siamo convinti che il ragazzo spagnolo darà un contributo superiore alla media, nel pieno rispetto della sua indiscutibile qualità e intelligenza tattica sopraffina. Callejon a destra e Ribery che sfonda sull’altra corsia: certo, ci fosse stato Milik in mezzo all’area con la sua fisicità e con una tecnica invidiabile sarebbe stato un vero spettacolo. Ma può essere un messaggio interessante per spronare sia Cutrone che Vlahovic: soprattutto quest’ultimo ha il dovere di tirare fuori, nel segno della continuità, doti indiscutibili. E con Callejon al servizio potrebbe essere molto più semplice.

E poi lui, Bakayoko al Napoli, un vero e proprio miracolo di calciomercato. Ci spieghiamo: pagare solo due milioni e convincere il Chelsea è stata un’autentica prodezza. E la presenza di Rino Gattuso è stata fondamentale, per il grande rapporto avuto ai tempi del Milan. Baka potrebbe diventare un rimpianto rossonero, noi lo avremmo preso anche dopo l’operazione Tonali perché uno così ti aiuta sempre, ti garantisce centimetri e personalità nel segno della continuità. Bakayoko ha aspettato il Milan per mesi, si sarebbe ridotto l’ingaggio senza alcun problema, ma poi si è sentito scaricato. E Gattuso è riuscito a fare in pochi giorni quanto il Milan non ha realizzato in un paio di mesi. Sono cose che possono capitare, sono scelte buone o mediocri lo dirà il campo, di sicuro Ringhio recupera l’interprete perfetto per il 4-2-3-1 rendendo il Napoli – già competitivo – ancora più forte.

Chiesa alla Juve, Callejon alla Fiorentina e Bakayoko al Napoli: è stato un mercato duro, difficile, complicato, estenuante e con poca liquidità. Ma questo è un tris vero, di prestigio, destinato a lasciare il segno.