Il ragazzo del ‘99 ne ha fatta di strada e altra ne farà. Ma oggi Rafael Leao, 23 anni e un futuro luminoso davanti, non è più il semplice attaccante che – quando ne ha voglia – può produrre la differenza. Oggi Rafael Leao è la luce del Milan, una sentenza. Il derby che lui ha apparecchiato e che ha indirizzato con due gol (il secondo da urlo) più assist per Giroud è la prova provata di una trasformazione straordinaria. C’era una volta Leao che accendeva la luce in un paio di occasioni al mese e poi scioperava. Questo Leao accende la luce ogni dieci minuti, sono fari abbaglianti per qualsiasi avversario.

Il Milan ha avuto un grande merito: ha acquisito le sue prestazioni per circa 30 milioni, comprensivi del cartellino di Djalò e al termine di una lunga trattativa con il Lille, resistendo a qualsiasi tentazione dopo il primo anno un po’ così. Via di mezzo tra prima punta e attaccante esterno, i riscontri non erano stati eccezionali e, se i rossoneri avessero avuto voglia, lo avrebbero potuto sistemare, magari recuperando gran parte dei soldi spesi l’estate precedente. Invece, il Milan disse no, evitando di cascare nella trappola di privarsi di un gioiello dopo un anno appena. Ci sono situazioni che vanno seguite senza fretta, soprattutto quando hai 20 anni e scopri un campionato completamente diverso dalle tue abitudini. Oggi Leao ha una valutazione anche 4 volte superiore a quanto il Milan aveva investito per convocarlo in Serie A. E su questo discorso ci sono da fare riflessioni che – come vedremo – rendono urgentissimo il rinnovo del contratto in scadenza tra poco meno di due anni. Rafael edizione 2022 ha una caratteristica che prima non aveva: spacca le partite al minimo respiro, gli lasci il pallone e lui sbrana qualsiasi avversario. Prendiamo il derby: ogni volta che lo azionavano, lui si sentiva di restituire la fiducia con gli interessi, viaggiava che neanche se avessero organizzato un corteo di motorini sarebbero riusciti ad acciuffarlo. Il secondo gol suo, terzo del Milan, resterà indelebile per velocità della giocata, tecnica irresistibile e precisione chirurgica nel piazzare il pallone dove mai Handanovic ci sarebbe arrivato. Si scrive Leao, si legge sentenza e i prossimi giorni (giorni, non eterne settimane) dovranno essere decisive per il suo futuro. E il Milan dovrà fare un sacrificio rispetto alle necessità di bilancio se non vorrà correre il rischio di perdere il corteggiatissimo Rafael.

Gli ultimi giorni di calciomercato sono stati frenetici. Il Chelsea aveva un budget senza limiti e non a caso ha poi perfezionato gli affari Aubameyang e Zakaria. Ma i Blues avevano pensato di farsi un regalo con pochi precedenti e che sarebbe stato apprezzato da Tuchel semplicemente perché nessun allenatore direbbe no a Leao. Il Chelsea aveva preannunciato una proposta appena sotto i 100 milioni con la possibilità di andare al rialzo senza limiti. La prima offerta per il cartellino era soltanto un assaggio per memorizzare lo stato d’animo del Milan. E il Milan non si è fatto trovare impreparato, soprattutto non si è fatto assalire dalla tentazione di giocare al rialzo. Le parole di Pioli, proprio in quei giorni e in ogni conferenza di vigilia, erano una spremuta di certezze: “Non sto allenando un calciatore con la testa altrove, non ho paura di perdere Leao, di sicuro Rafael resterà qui”. Previsione azzeccata, anche se non ci voleva un mago per capire che i dirigenti rossoneri – almeno negli ultimi giorni di agosto – avrebbe resistito. Ma la vera partita si gioca ora, in queste settimane e vorremmo dire che sarebbe importante chiudere in pochi giorni. Scaduta la clausola di 150 milioni, ora la priorità è quella di rinnovare il contratto in scadenza nel 2024 e non sarà una passeggiata. Il Chelsea ha mollato la presa perché magari ci riproverà a gennaio quando – questa è la speranza inglese – Leao non avrà ancora rinnovato e 90 o 100 milioni potrebbero essere giusti per convincere il Milan. Ecco perché per Maldini sarà fondamentale avere il via libera della nuova proprietà nel giro di pochi giorni. Quale via libera? Quello di poter offrire un ingaggio di almeno 6-7 milioni a stagione per evitare che i Blues, già appostati a quota 8, possano giocare sempre più al rialzo. Inutile fare i moralisti, se gli emolumenti schizzano fino a quote ritenute impensabili la competizione non esiste.

Sono due le domande giuste e opportune in queste ore: Maldini riuscirà a ottenere il placet per una proposta al rialzo rispetto ai 4 milioni di base previsti per Leao? Se guardassimo alle recenti interpretazioni, la riposta non sarebbe troppo positiva, tuttavia ci possono essere eccezioni. L’altra domanda: Leao darebbe la precedenza al Milan anche se la proposta di rinnovo fosse inferiore di almeno un paio di milioni a stagione? Non siamo nella sua testa, quindi non possiamo rispondere al suo posto. Al massimo possiamo dire che abbiamo visto pochi ragazzi rinunciare a tante soldi per ogni stagione, pur trovandosi bene nel posto in cui sono. Di sicuro Leao al Milan ha la felicità del ragazzo spensierato che vive ogni allegria per poi trasformarsi in un potenziale crac quando scende in campo e indossa i colori rossoneri. C’è poi la storia della multa di circa 20 milioni per il trasferimento dallo Sporting Lisbona al Lille che inciderà non poco su qualsiasi tipo di trattativa. Qui sarebbe difficilissimo cercare di rispondere al seguente quesito: chi aiuterebbe Leao e il suo entourage almeno per una parte delle somme dovute? Domanda che non ha una risposta, di sicuro una collaborazione rossonera sarebbe ben gradita. Intanto, il Milan si gode Leao e spera di goderselo sempre più. Sapendo che un gol e un assist farebbero la felicità di Pioli, ma presterebbero il fianco a chi ha tanti soldi (il Chelsea in testa) per non badare a spese. A meno che la felicità non comprenda un ingaggio più basso e una Milano (rossonera) da amare calcisticamente in eterno.