Troppo presto per emettere verdetti o sentenze, ma la quinta giornata del massimo campionato qualche piccolo messaggio lo ha trasmesso, con le controindicazioni del caso perché il calcio d’agosto o inizio settembre spesso può trarre in inganno.

Cominciamo dalla Juventus vista a Firenze sabato pomeriggio: è una squadra senza un gioco o, in alternativa, un’idea di gioco. Male i bianconeri, soprattutto male Allegri che, in quasi due mesi di lavoro, non ha ancora regalato ai suoi tifosi una parvenza di spettacolo. Vero, lo sappiamo un po’ tutti, il tecnico livornese è uomo pragmatico, capace di sfruttare le occasioni e serrare le fila pur di portare a casa i tre punti. Ma non sempre potrà andare tutto bene come contro la Fiorentina, laddove i bianconeri sono stati surclassati sotto ogni punto di vista. A memoria faccio fatica nel ricordare una conclusione, una, pericolosa dei bianconeri dopo il gol iniziale di Milik, gentile omaggio della difesa viola che lascia l’avversario completamente solo a un metro dalla porta spalancata. Senza le parate di Perin e il rigore sbagliato da Jovic, vero corpo estraneo di una Fiorentina che ha dominato in lungo e in largo, oggi parleremmo di ben altro. Invece la Juve è lì, in alto, nel gruppone di testa. Il tutto, ripetiamo, senza un gioco ben definito: però c’è.

Appaiata alla Juventus troviamo la brutta, a tratti orrenda, Inter, sconfitta ben oltre il mero risultato finale dai cugini rossoneri nel derby meneghino. Finisce tre a due ma il divario, tra le due squadre, è stato ben più ampio. Nerazzurri in vantaggio dopo una ventina di minuti giocati alla pari poi, inspiegabilmente – come a Roma sponda laziale – Handanovic e compagni spengono la luce e smettono, letteralmente, di giocare a pallone. Il Milan ringrazia, sale in cattedra e comanda le operazioni facendo, nel vero senso del termine, quel che vuole sul campo mentre i giocatori interisti osservano inermi e impotenti. Al di là di colpe vere o eventuali dei calciatori, alla fine della fiera sono loro a scendere sul prato verde, appare evidente la lentezza e la condizione fisica approssimativa degli uomini di Simone Inzaghi, incapace di dare la scossa a un ambiente non dico depresso – siamo a inizio settembre e la strada è lunghissima in questa stagione particolare asservita al mondiale invernale del Qatar, potenza del dio denaro – ma senza dubbio corrucciato per un inizio che avrebbe dovuto essere, nella mente di tifosi e ambiente nerazzurro, del tutto diverso. L’Inter ha toppato alla grande contro Milan e Lazio, le due partite difficili di questo inizio, e lo ha fatto senza nemmeno cadere in piedi. C’è da darsi una bella regolata, a cominciare da chi si siede in panchina passando per molti senatori. E, soprattutto, c’è da curare la comunicazione del tecnico piacentino, insufficiente.

Comunicazione che, al contrario, è il cavallo di battaglia di Mourinho. Il “Meglio perderne una quattro a zero che quattro uno a zero” ha, di fatto, chiuso eventuali polemiche per una partita gravemente insufficiente disputata dai giallorossi, senza cuore né anima. Il tutto mentre ci aspettavamo quel salto di qualità che la Roma non ha offerto, anzi. Del resto il reparto arretrato giallorosso è quello che da più da pensare: vero, davanti la Roma è fortissima, ma il giorno in cui non riesce a concretizzare le occasioni diventa una squadra battibile da chiunque. Bene, benissimo il Napoli: non era facile giocarsela con la Lazio dopo il pareggio interno col Lecce e, soprattutto, dopo essere andati sotto immediatamente all’Olimpico. Gli azzurri hanno capovolto la partita e lo hanno fatto passando per il gioco e timbrando il successo finale con due nuovi acquisti. Il giovanotto georgiano, esponiamoci, è un grande giocatore, va tenuto stretto prima che le grandi d’Europa inizino a corteggiarlo, cosa che puntualmente accadrà visto l’attuale momento poco felice della nostra serie A. Oggi pomeriggio, per chiudere, gioca l’Atalanta del Gasp: dovesse vincere il derby lombardo col Monza, salirebbe in testa alla classifica. Sola. Alzi la mano chi lo avrebbe detto a metà agosto.

Alla prossima.