Maurizio Sarri resterà a riposo ancora per poco. L’anno sabbatico sta per finire: gli avevano detto che lo scudetto vinto con la Juve era stato una passeggiata di salute e che chiunque ci sarebbe riuscito, un anno (scarso) dopo si capisce quanta cattiveria ci fosse stata in quei giudizi. Del famoso Maestro Pirlo, osannato da una parte della critica come se fosse il nuovo Mourinho, nessuno ne parla più. Avevano esaurito la scorta dei complimenti ancor prima che il Maestro andasse in cattedra, una cosa tutta italiana e molto triste.

Adesso che è finito dietro la lavagna, adesso che – confidando in un finale di stagione senza traumi – la zona Champions è il massimo traguardo possibile, forse quel risultato ottenuto poco più di un anno fa (lo scudetto, appunto) non era così scontato e banale. Sarri ha incassato gli interessi, come quel tizio che ha investito una cifra e nessuno gli aveva dato troppo credito, salvo poi presentarsi alla cassa e riscuotere.

L’allenatore di Figline conoscerà presto il suo futuro, sa di essere nel mirino di due club (Roma e Tottenham, rigorosamente in ordine non soltanto alfabetico) e nel giro di un mese avrà le idee chiare sul suo rapporto con la Juve. Traduzione: Agnelli aveva inserito una penale di 2,5 milioni in caso di esonero, avvenuto ormai un bel mucchio di mesi fa. Se pagasse la famosa penale, scadenza 31 maggio, Sarri sarebbe automaticamente libero da qualsiasi vincolo con il club bianconero. Se ciò non accadesse, scatterebbe in automatico il rinnovo con la Juve per la stagione 2021-2022, per un ingaggio da 7 milioni netti. E chiunque fosse interessato a Sarri dovrebbe passare da Andrea Agnelli per liberarlo, sarebbe una scocciatura. Ecco perché l’auspicio è quello di arrivare a una svolta nel giro di un mese per arrivare alla risoluzione che era stata sbandierata con troppe certezze – ma senza fondamento- lo scorso autunno.

Un club è assolutamente in pole per Maurizio Sarri, molte strade – quasi tutte – portano a Roma giallorossa. Se vogliamo, la pole era già stata disegnata lo scorso gennaio, quando i primi rumori lo avevano concretamente accostato al club che si congeda da Fonseca. Ancor più di Max Allegri, quest’ultimo era stato un tentativo antecedente con poche possibilità di andare in porto. Allegri può tornare di moda? Per il momento non ci sono più grandi tracce. Il curriculum di Sarri è in bella evidenza sul tavolo di Pinto, il nuovo direttore generale della Roma. E il gradimento è totale, non fosse altro che per un motivo: nelle ultime due esperienze Sarri ha vinto (un’Europa League con il Chelsea, uno scudetto in sella alla Juve) senza fare chissà quali richieste di mercato, modellando il gruppo che gli avevano messo a disposizione.

Al Chelsea avevano fatto un sacrifico soltanto per il fidatissimo Jorginho, avevano speso tanto per il portiere Kepa, briciole rispetto ai 250 milioni che la scorsa estate Abramovich ha messo a disposizione di Lampard con i risultati che conosciamo. E alla Juve? Avevano fatto buona parte del mercato prima che arrivasse Sarri, prendendo centrocampisti a zero (Rabiot e Ramsey) che poi si sono dimostrati non troppo adeguati alla causa. Quindi, Sarri allena e non prepara liste per gli acquisti: certo, più gli dai calciatori vicini al suo modo di fare calcio, meglio è. Ma questo è un discorso che vale per qualsiasi tipo di allenatore, un discorso che qualsiasi società dovrebbe avallare proprio per permettere a una nuova guida di sentirsi subito dentro il progetto.

A Sarri la Roma piace moltissimo: servirebbe un portiere, certo, magari un esterno basso (Hysaj nome da tenere bene a memoria, nonostante la concorrenza del Milan), un centrocampista e un attaccante. Tre-quattro innesti, non la luna: la difesa è giovane e Sarri sa lavorare moltissimo con i centrali di talento (Mancini, Ibanez e Kumbulla hanno qualità insospettabili), il rientro di Zaniolo va tenuto in grossa considerazione, Veretout è una certezza come Pellegrini, su Villar bisognerebbe lavorarci ma il profilo può davvero dare enormi soddisfazioni. Certo, un attaccante si imporrebbe (Dzeko entrerà nell’ultimo anno di contratto), ma Sarri stravede per Borja Mayoral e ritiene possa ripetere lo strepitoso percorso di Mertens ai tempi di Napoli. Insomma, questa Roma ha già una base molto importante.

La domanda è: ma Sarri ha altri corteggiatori? Certo. Premesso che ha già detto no al Napoli e che non ci sono margini per la Fiorentina del futuro, va segnalato un concreto interesse del Tottenham. Si tratta dello stesso club che lo aveva cercato nel 2018, prima che decidesse di confermare Pochettino, prima ancora che Sarri si congedasse da De Laurentiis per scegliere la sponda Chelsea di Londra. Il Tottenham è reduce dall’incompiuta Mourinho, serve un convincente piano per ripartire e per onorare il nuovo stadio costato un mucchio di soldi e che ha condizionato le recenti strategie. Sarri ascolterà, è normale, ma oggi la Roma è in cima ai suoi (ambiziosi) pensieri. E così gli Spurs stanno andando su altri profili.