L’ottava giornata del massimo campionato di calcio è alle porte. La sosta, la solita sosta no sense stabilita dall’UEFA per chiudere il momento gironi di Nations League – cosa vuoi che sia in una stagione compressa come mai prima la fantasmagorica Nations League, inutile tirare in ballo il trito e ritrito lamentoso discorso sul mondiale pallonaro governato dal dio denaro – si chiude lasciando dietro si sé strascichi dal punto di vista fisico più che mentale. Oh, intendiamoci, non è che senza la sfavillante Nations League, senza Nazionali  tutti avrebbero vissuto felici e contenti però, questo è un dato di fatto oggettivo, in molti sono usciti anzitempo dai prati verdi sotto cieli blu acciaccati se non peggio nel doppio impegno ravvicinato. Poi bisognerebbe aprire un discorso differente per i furbetti, quelli mi fa male l’unghia quindi sto a casa, ma questo argomento lo ha già toccato senza nemmeno andarci leggero Roberto Mancini e occorrerà una bella presa di posizione della Federcalcio, ce lo auguriamo vivamente per la credibilità della maglia azzurra in primis. Quindi glissiamo e andiamo oltre, c’è un campionato da riprendere e, mi vien da dire, che campionato.

Lassù, in cima, a tenere compagnia al Napoli spallettiano, in grado di trasmettere l’idea di un gran bel calcio da vedere con qualche scommessa vinta, leggasi il giovanotto georgiano ormai ufficialmente passato da promessa a certezza e, lo scrivo senza minima ombra di dubbio, la roccia coreana Kim Min-jae, un metro e novanta di muscoli e intelligenza pallonara alla faccia di chi la scorsa estate si dava di gomito pensando tu guarda il downgrade della difesa azzurra, c’è Gasperini con l’Atalanta. Dal mio punto di vista tutto tranne che una sorpresa. Lo scrivevo prima di inizio campionato, lo credo ancor di più oggi: senza coppe, senza luci della ribalta, senza grandi attese i bergamaschi possono tranquillamente assurgere al ruolo di scheggia impazzita della stagione. Si conoscono bene, corrono, si sacrificano e non hanno pressioni, potendo preparare gli impegni settimana dopo settimana. A questo si deve sommare la conoscenza dei ragazzi del Gasp delle zone nobili della classifica. Cosa che mi porta a predicare una maggior calma per quanto riguarda l’Udinese, rispetto al suo grande inizio stagione, se vogliamo assai simile all’Atalanta.

Inter, Juventus e Milan inseguono con qualche problema e, soprattutto, qualche infortunio di troppo. Ecco, le nazionali nel caso delle due milanesi hanno colpito pesantemente, Maignan e Brozovic non li trovi tutti i giorni. I bianconeri, al contrario, collezionano defezioni da tempo ormai. Ma, se è vero che la forza delle cosiddette grandi sta nella profondità della rosa beh, quale miglior occasione per mostrare e dimostrare il proprio valore al netto di assenze così pesanti? Ricordiamo, onor di cronaca, che l’Inter di scena sabato pomeriggio al Meazza, ospite la Roma di Mou in caccia di riscatto davanti ai suoi ex tifosi dopo le tre sconfitte tre della passata stagione, non avrà a disposizione nemmeno Lukaku, venti giorni di prognosi venti giorni fa e ancora oggi si spera di recuperarlo per la trasferta di Reggio Emilia col Sassuolo di sabato 8 ottobre. Qualcosa sembra non tornare ad Appiano Gentile. A parte Inter-Roma e, se vogliamo, Atalanta-Fiorentina, le altre partite non accendono particolari entusiasmi. È un turno, definiamolo così, transitorio, in attesa delle coppe europee di metà settimana prossima seguite da Milan-Juve, Udinese-Atalanta e Fiorentina-Lazio della settimana successiva.

Ricomincia la serie A, rimettiamoci in poltrona.

Alla prossima.