La conferma di Milan Skriniar in casa Inter, senza andare al ballottaggio o alle trappole dell’ultima settimana abbondante di calciomercato, è una bella notizia per i tifosi nerazzurri. Bella ma tardiva, perché uno come il centrale andava tolto da qualsiasi trattativa almeno un mese fa. Semplicemente perché un grande club come l’Inter non può essere esposto agli umori di tizio o caio, lo dicono storia e tradizione. E questo particolare amplifica, come vedremo, le responsabilità della famiglia Zhang, che molto presto dovrà dare una risposta ben oltre la blindatura di un pezzo da novanta dell’organico. Il discorso è molto più ampio e deve permettere all’Inter di non trascorrere in apnea ogni sessione.

Un discorso logico a tutela del blasone di una società che ha bisogno di avere un progetto diverso. Per Skriniar il Paris Saint-Germain è rimasto fermo a 50 milioni più eventuali bonus e non si capisce per quale motivo abbia aspettato agosto inoltrato per fare la stessa offerta di prima. E questo discorso ha aiutato l’Inter che non si sarebbe piegata per meno di 70 milioni più bonus. Adesso bisognerà sbloccare al più presto il discorso rinnovo rispetto a un contratto – quello di Skriniar – in scadenza tra meno di un anno. Il PSG avrebbe offerto 7,5-8 milioni a stagione, l’Inter dovrà portare gli emolumenti almeno a 6 milioni a stagione, più o meno la stessa quota garantita a Brozovic dopo il prolungamento.

La blindatura di Zhang sarebbe stata perfetta se, un minuto dopo aver tolto dal mercato Skriniar, avesse provveduto – annunciandogli – al nuovo impegno fino al 2027. Invece, bisognerà trattare con la concreta speranza di non fare troppo tardi e di evitare nuovi spifferi. Una grande società ha il dovere di non portare i rinnovi all’ultimo momento, proprio per non correre il rischio (come aveva segnalato Perisic in tempi non sospetti) di esasperare l’attesa dei diretti interessati fino a costringerli a prendere in considerazione altre proposte.

Il mercato dell’Inter, se finisse così, andrebbe premiato con voti alti. Nessuno può disquisire, è tornato Lukaku, sono state chiuse operazioni importanti (per esempio Mkhitaryan e Asllani), c’è stata resistenza per Lautaro Martinez e hanno assicurato all’allenatore ricambi in tutti i ruoli: la famosa panchina lunga che in una stagione così massacrante – soprattutto all’inizio – sarà indispensabile. Non sono queste le risposte che la famiglia Zhang dovrà dare perché, in un modo o nell’altro grazie al lavoro di Marotta e Ausilio, viene mantenuto un livello altissimo per lottare al top. Ma ci sono altre risposte, indispensabili, per un migliore futuro nerazzurro. Una domanda si impone su tutte: quando pensa la famiglia Zhang di investire senza la palpitazione di dover aspettare sempre l’ultimo minuto con il rischio di perdere un titolarissimo?

Da almeno quattro sessioni funziona così e non può andar bene. Con il rispetto che si deve alla famiglia Zhang, l’Inter ha bisogno di una proprietà che sia autorevole, competitiva, che non butti certi soldi dalla finestra ma che riesca ad alzare l’asticella delle ambizioni. Per questa estate erano state programmate cessioni per 60 milioni, sapendo che la deadline è fissata per la prossima primavera quando bisognerà far quadrare tutti i conti. L’Inter ha ceduto Pinamonti al Sassuolo per 20 milioni e Casadei al Chelsea per 15 milioni più 5 di bonus, stiamo parlando di un ragazzo del 1999 e di un altro del 2003. Passi per Pinamonti, che in attacco sarebbe stato chiuso da Lukaku-Lautaro e non solo, è inconcepibile che un club come l’Inter debba privarsi dei migliori talenti dell’organico. Era accaduto con Zaniolo, sacrificato per portare Nainggolan in nerazzurro e sappiamo com’è andata a finire. Su Casadei si potrebbe sottilizzare che quando il Chelsea ti premia con 20 milioni, portandoti via un ragazzo che ha avuto spazio soltanto con la Primavera, devi essere felice per la plusvalenza che hai realizzato.

Invece no, non può essere così perché l’Inter ha il dovere di tenere gente come Casadei e di puntarci. Senza trascurare un dettaglio, ovvero che tra due o tre anni Il rampante 2003 possa valere 40 o 50 milioni, com’è accaduto recentemente proprio con Zaniolo. E non possono esserci rimpianti, piuttosto sarebbe un’aggravante: proprio per questo motivo la famiglia Zhang deve una risposta chiara e senza troppi giri di parole. Pazienza se sono arrivati 40 milioni e non i 60 previsti: sei l’Inter e dovrai presto individuare una strategia diversa.

Tutto questo vale anche se pensiamo alla ricerca del famoso difensore che manca per sostituire Ranocchia passato al Monza e che Simone Inzaghi invoca un giorno sì e l’altro pure. L’Inter non può investire e per questo motivo non si può avvicinare al profilo di Akanji in scadenza di contratto con il Borussia Dortmund. Se dovesse spendere, quei famosi 40 milioni di tesoretto arrivati dal doppio affare Pinamonti-Casadei si assottiglierebbero sempre più. Quindi bisogna trovare una soluzione in prestito con diritto di riscatto, tutte le strade portano a Francesco Acerbi. Non discutiamo sul fatto che sia un profilo completamente avallato da Simone Inzaghi che lo conosce bene fin dai tempi della Lazio. Discutiamo sul non trascurabile particolare che l’Inter debba scegliere senza poter allargare gli orizzonti e soltanto in base all’aspetto economico.

E infatti l’Inter vuole ancora aspettare per capire i margini legati a Chalobah e l’eventuale riapertura per Akanji e per non chiudere un’operazione in queste ore con un club che sarà l’avversario di venerdì sera. Se fosse Acerbi, darebbe una mano a Inzaghi, dimenticherebbe i momenti difficili vissuti negli ultimi mesi. L’Inter dovrà comunque tornare presto il club capace di scegliere con i giusti paletti economici, ma con gli orizzonti liberi. E senza le ganasce che ne stanno limitando i movimenti. Su questi argomenti ci aspettiamo che presto la famiglia Zhang faccia luce. Per chiarezza su tutto e per il bene di tutti.