Paulo Dybala, per gli amici la Joya, vive l’attesa senza farsi prendere dall’ansia. Abbiamo trattato l’argomento un mese fa, quando si è consumata la fine del rapporto con la Juve: è il caso di tornarci. A 29 anni (da compiere) Paulo si avvia a siglare il contratto più delicato e importante della sua carriera non certo al capolinea. Ma, quando ti avvicini ai 30 anni e hai alle spalle una lunga storia d’amore partita benissimo e finita malissimo, è normale il desiderio di voler scrivere una nuova pagina in presenza di una sicurezza totale. La fretta è sempre una cattiva consigliera, in questo caso ancora di più.

Dybala non deve consumare rivincite: c’è rimasto talmente male per un epilogo quasi da ultima ruota del carro che – se fosse questo il problema – ci sarebbe da trascorrere notti e notti insonni. Invece, la cattiva consigliera (la fretta appunto) deve lasciare spazio alla calma virtù dei forti: non è un frase fatta, in questo caso, e neanche un luogo comune. Piuttosto il legittimo desiderio di tenere tre o quattro carte in mano per poi scegliere quella giusta. Dybala ha subito registrato alcuni sondaggi di Newcastle, Tottenham e Atletico Madrid, li ha memorizzati e ha chiesto di non procedere. Lui sta bene, benissimo, in Italia e già questo è un passaggio da memorizzare. Andrebbe in Spagna, forse al Barcellona che fin qui mai l’ha cercato con una certa convinzione. La Liga è bella tutta, forse l’Atletico di un suo convinto estimatore come Pablo Simone non è la scorciatoia migliore pensando a quel tipo di calcio offensivo che appartiene al DNA di un attaccante così forte e orgoglioso.

La morale di questo discorso è: Dybala vuole aspettare l’Inter, andrebbe volentieri all’Inter del suo padrino calcistico Beppe Marotta e, fino a quando ci sarà questa possibilità, non risponderà agli altri corteggiatori. Soprattutto: ha intuito – probabilmente più di un’intuizione – che il semplice chiacchiericcio può trasformarsi in una proposta seria (se non gliel’hanno già fatta…). Proprio per questo motivo ha preso tempo con chiunque: siamo a fine aprile, Messi ha trovato squadra in piena estate, come Sergio Ramos. La morale è che i parametri zero, soprattutto se sono così ambiti, devono avere la pazienza e la forza di aspettare.

Marotta adora Dybala pur all’interno di una situazione complessiva che l’Inter dovrà sbloccare. Nelle pieghe di un bilancio che va sempre tutelato al 100 per cento, oggi gli attaccanti sono quattro e uno dovrà uscire per far posto a un eccellente interprete del ruolo come l’argentino. Tutti gli indizi portano in Cile: nessuno disconosce che Alexis Sanchez sia ancora una risorsa vera, nessuno nega che – chiamato in causa – abbia dato un contributo superiore al minimo sindacale. Ma ha ancora un anno di contratto, guadagna cifre iperboliche (circa 7 netti che poi al lordo sono circa il doppio e i calcoli vanno fatti tenendo conto di questo dettaglio) e in qualche modo verrà trovata una soluzione. Magari senza ricorrere a scappatoie previste nel contratto. Le offerte per Sanchez non mancheranno, magari Marotta e Ausilio libereranno il cartellino senza grosse pretese. Questa è la prima strada, quella più importante, per accogliere Dybala: esce uno, entra un altro, possibilmente il cileno.

Poi si potrebbe fare un ragionamento più ampio: l’Inter stravede per Lautaro Martinez, gli ha rinnovato da poco il contratto prolungando l’impegno fino al 2026, quindi non avverte la necessità di una cessione. Però, torniamo al discorso di prima e puntiamo l’indice sul famoso bilancio da tutelare. Se si presentasse qualcuno, facciamo l’Atletico Madrid, con una proposta da 70 milioni magari condita da ricchi bonus, le porte potrebbero aprirsi come per incanto. Guarda caso lo stesso Atletico che insegue gente con quelle caratteristiche, Dybala come Lautaro, e che in ogni sessione si inventa qualcosa di importante per fare qualche bel regalo. Incassare 70 e prendere Paulo a zero, significherebbe per l’Inter avere i soldi per chiudere altre operazioni: l’idea oggi è quella di aggiungere Scamacca a Dzeko, di convocare il Muro Bremer e di ingaggiare un centrocampista con le caratteristiche di Brozovic (senza perdere di vista Frattesi che ha altre caratteristiche) in modo da farlo rifiatare all’interno di una stagione lunga e massacrante. Siccome l’Inter oggi ha un’altra priorità, la conquista del secondo scudetto consecutivo, sono appunti di mercato che dobbiamo memorizzare oggi per metterli in pratica magari tra qualche settimana. Nel frattempo, i contatti vanno alimentati e tenuti vivi, i discorsi sono già stati impostati nel migliore dei modi.

La fretta cattiva consigliera non abita, dunque, a casa Dybala. Esattamente come la vera Joya dell’Inter oggi si chiama Lautaro: immaginarli in coppia sarebbe un lusso per gli occhi. Paulo dovrà vivere seriamente questo finale di stagione, senza intossicarsi il fegato più di quanto non sia accaduto da ottobre/novembre in poi. Allegri lo utilizzerà nel tridente da titolare, qualche altra volta lo risparmierà, gli preferirà un altro esterno oppure lo sgancerà nell’ultima mezz’ora perché la Juve ha sempre maledettamente bisogno di qualità. Non è semplice agire in un simile contesto, il riferimento coinvolge poco il contratto in scadenza (abbiamo vissuto tantissime situazioni del genere) bensì le modalità che hanno portato a una rottura. Modalità da gennaio in poi, con parole taglienti dell’amministratore delegato Arrivabene, dopo che c’era stato un accordo che andava soltanto formalizzato. Se Dybala riuscirà a gestire, tenendo lontano gli altri pretendenti, alla fine potrebbe essere davvero una Joya nerazzurra. Con partita di andata e ritorno nello stesso contesto: la Joya di Paulo che farà di tutto per restare in Italia; la gioia di Marotta che non vedeva, non vedrebbe e forse non vedrà l’ora di strappare alla nemica numero uno il gioiello che le aveva regalato dopo un’estenuante trattativa con il Palermo. È la vita. Anzi, è il mercato.