Anno di nascita: 2000. Erling Haaland e Dusan Vlahovic hanno la stessa carta d’identità, appena qualche mese di differenza. Il colosso norvegese del Borussia Dortmund (non per molto) è nato il 21 luglio, mentre il fenomeno serbo della Fiorentina festeggerà 22 anni il primo mese del 2022, esattamente il 28 gennaio. Possiamo davvero dire che i gol vanno a 2000, anno di grazia baciato da due straordinari interpreti che – se giocassero in tandem – ci vorrebbe un carro attrezzi per portarli via. In un 3-5-2 sarebbero perfetti, non si pesterebbero i piedi, diventerebbero devastanti: immaginate i difensori centrali – anche i migliori al mondo – alle prese con questi due fenomeni, ci sarebbe da impazzire.

Hanno un contratto più o meno della stessa durata: Vlahovic in scadenza nel 2023, Haaland un anno dopo. Ma l’urgenza sarebbe Dusan, che ha fin qui deciso di non rinnovare, semplicemente perché la Fiorentina dovrebbe accelerare la cessione: sarebbe meglio gennaio per incassare più soldi, ma è possibile che si vada a giugno – salvo sorprese – perché Commisso non vuole privare Italiano della pedina più importante in una stagione che sta regalando non poche soddisfazioni. Ultimo esempio la prestazione contro il Milan: doppietta da urlo, prima sconfitta dei rossoneri, Vlahovic che segna, esulta, si scatena e regala colpi straordinari. Una volta lo consideravano il predestinato, adesso è assolutamente una certezza. Meglio: una sentenza.

Haaland è l’enorme rimpianto della Juve che avrebbe potuto prenderlo per una manciata di noccioline (3-4 milioni) quando era ancora un bambino – non che ora sia un trentenne – e non era esploso come ha fatto negli ultimi due anni. Come ha spiegato recentemente Marotta, a quei tempi direttore generale bianconero, bisognava utilizzare l’extrabudget e non c’era la possibilità. Il rimpianto resterà in eterno, tra l’altro il ragazzo (in azione a Salisburgo) era stato invitato anche a Torino, perché certi autobus passano una sola volta nella vita, si spalancano le portiere e ti invitano a salire. Se non lo fai, non è detto (anzi) che quella possibilità si materializzi nuovamente. Un esempio è illuminante: nelle prossime sessioni ci sarebbe la possibilità di prendere Haaland pagando la clausola da 75 milioni, ma si è scatenata un’asta talmente incandescente che diventa quasi impossibile per un club italiano entrarci. Tra l’altro Haaland parte da un ingaggio base, quello del Borussia Dortmund, da otto milioni e spicci, per andar via vuole come minimo il doppio e ci sarebbe un oceano di commissioni da pagare a Mino Raiola.

Quindi, una salita più ripida di quella che ti porta sull’Everest. La corsa per arrivare al colosso norvegese è partita da un pezzo, almeno dallo scorso giugno. Il Dortmund, pur sapendo che non avrebbe incassato più di 75 milioni a partire dal 2022, si è concesso il lusso di respingere offerte da 115 cash come quelle del Chelsea che poi ha preferito virare su Lukaku. Una questione di principio, i tedeschi sono fatti così: avevano deciso di continuare a esporre il diamante soltanto nelle gioiellerie di Dortmund, non hanno certo bisogno di soldi e vivono di sani principi. Ma la corsa è partita, sottotraccia: il Real ha un accordo di massima con Raiola già dall’estate: per questo motivo non ha fatto mercato, aspettando Erling più il famoso Mbappé. Certo, c’è Benzema che non tramonta mai, quindi le inglesi possono sempre rilanciare, il Bayern è attento, i prezzi schizzeranno alle stelle. E noi poveri mortali abbiamo qualche possibilità di inserirci? Qualcuna, facciamo il 10 per cento tanto per essere ottimismi: il famoso autobus era quello della Juve, salirci sarebbe stato bellissimo e avrebbe fatto bene alla salute, ma non c’era la possibilità economica di farlo, ora diventa inutile piangere sul latte versato.

Su Vlahovic inutile fare troppa filosofia: a Firenze sta bene, benissimo, la città è una delle più belle del mondo, il club ha scelto un allenatore (Italiano) in grado di aprire un ciclo ricco di soddisfazioni. Ma Vlahovic ha altre idee, passano attraverso un top club in giro per l’Europa, magari anche in Italia se Commisso dicesse sì alla Juve. Il problema è proprio questo: dopo aver offerto anche cinque milioni a stagione più bonus per convincerlo a rinnovare, dopo aver incassato l’ennesimo rifiuto, il numero uno della Fiorentina non intende certo ripetere la stessa esperienza Chiesa. Quest’ultimo voleva la Juve e andò alla Juve, Commisso fu costretto a mantenere la parola data. In questo caso, Commisso si sente libero di fare come gli pare, lui vorrebbe ovunque ma non alla Juve e lo ribadirà ulteriormente a Dusan. Vedremo. Ovunque, magari al Tottenham (che spinge dalla scorsa estate) oppure al Liverpool oppure all’Atletico Madrid: fate il vostro gioco, possibilmente al rialzo sul cartellino. Certo, la Fiorentina dovrà trovare un sostituto all’altezza, magari prenderà il famoso esterno forte (Berardi o un altro profilo) per alzare il tasso qualitativo dell’organico. E così la gioielleria di Piazza della Signoria si svuoterà all’improvviso, malgrado la volontà del proprietario di blindare quel gioiello dal valore incalcolabile. Dusan Vlahovic come Erling Haaland: i gol vanno a 2000 e sul mercato costano una tombola.