Quello che poteva essere e invece non è stato. Strade che non si sono incrociate quando invece tutto lasciava presagire il contrario. Fumate nere, arrabbiature e sogni infranti. Il calciomercato è anche questo e nella sessione invernale, da poco conclusa, gli affari sfumati sul più bello non sono di certo mancati. Di quali operazioni parliamo e perché non si sono concretizzate? Vi portiamo dietro le quinte del calciomercato…

SALERNITANA-DIEGO COSTA

La tentazione è stata forte, fortissima: Walter Sabatini, da gennaio nuovo ds della Salernitana, ha subito pensato a lui per rinforzare l’attacco. Diego Costa, d’altronde, è sempre stato un pallino del dirigente che in passato ha provato – senza successo – a portarlo anche al Bologna. L’occasione, poi, era di quelle ghiotte: il 33enne ex Atletico Madrid e Chelsea era svincolato dopo la fine dell’avventura con i brasiliani dell’Atletico Mineiro e desideroso di tornare protagonista in un campionato top come appunto quello italiano. Volontà comuni che però alla fine non hanno portato alla fumata bianca. Questo perché la Salernitana, dopo attente valutazioni sulle condizioni fisiche di Diego Costa, ha deciso di non affondare il colpo spostando il mirino su altri obiettivi.

JUVENTUS-ICARDI

Prima che i bianconeri cambiassero strategia decidendo di investire una cifra importantissima per assicurarsi Dusan Vlahovic dalla Fiorentina, il grande obiettivo per l’attacco era Mauro Icardi. La Juve pensava all’argentino per rinforzare il proprio reparto offensivo e voleva portarlo alla corte di Allegri ma solo in prestito, così da rimandare il grande investimento (poi anticipato a gennaio) in estate. Dopo le prime titubanze, il Psg aveva aperto alle condizioni della Juve ma a patto che nell’affare rientrasse anche Moise Kean, ex Psg e da sempre pupillo di Leonardo (che lo voleva portare anche al Milan ai tempi della sua avventura da dirigente rossonero). Operazione però resa impossibile dalle norme FIFA, visto che l’attaccante italiano nella stagione in corso aveva già indossato le maglie di due squadre diverse (Everton e appunto Juve).

MILAN-RENATO SANCHES

Alla fine il Milan il suo mercato di gennaio l’ha chiuso senza nessun colpo a effetto (è arrivato solo il giovane Lazetic), ma i rossoneri sottotraccia hanno provato a regalare a Pioli un nuovo centrocampista. Parliamo di quel Renato Sanches che la dirigenza del Milan segue ancora oggi in vista della prossima estate, quando molto probabilmente si ritroverà a dover sostituire il partente Kessié, sempre che l’ivoriano non decida di accettare la proposta di rinnovo rossonera (c’è distanza tra le parti e la situazione è in fase di stallo). Maldini e Massara, sfruttando anche gli ottimi rapporti con il Lille, hanno provato ad accelerare negli ultimissimi giorni di mercato: l’intesa tra le società era possibile sulla base di circa 25 milioni di euro più bonus, ma a far saltare tutto (almeno a gennaio) sono state le eccessive richieste di ingaggio del centrocampista classe 1997.

FIORENTINA-AGUSTIN ALVAREZ

Se Piatek e Cabral rappresentano l’immediato post-Vlahovic, la Fiorentina durante il calciomercato di gennaio ha provato a chiudere anche per un giovane attaccante, utile per l’immediato ma anche soprattutto in ottica futura. Un talento sul quale diversi club hanno messo gli occhi: parliamo di Agustin Alvarez, classe 2001 del Penarol. La trattativa, proseguita fino alle ore conclusive dell’ultimo giorno di calciomercato, non si è però concretizzata. Nonostante il sì del giocatore alla proposta quinquennale dei viola, le due società non sono riuscite ad accordarsi sul costo del cartellino (la clausola rescissoria era fissata a 17 milioni di euro): la Fiorentina ha offerto circa 12-13 milioni di euro, la società uruguayana ne voleva 15 più il 30% sulla futura rivendita. Ed è stato proprio il nodo legato alla percentuale sulla futura rivendita a far sfumare l’affare almeno a gennaio, visto che i viola e il Penarol – come confermato anche dal presidente del club uruguaiano – nelle prossime settimane torneranno a parlarsi per capire se ci saranno le condizioni per chiudere l’affare in vista dell’estate.

MORATA-BARCELLONA

Xavi lo aveva messo in cima alla lista dei desideri  ma il Barcellona, nonostante il corteggiamento insistente nei confronti del ragazzo, non ha però mai affondato il colpo con decisione. Questioni economiche e conti da far quadrare, ma Morata al Barcellona piaceva e piace ancora oggi. Dal canto suo, Alvaro, ha fatto più di un pensiero in merito a una nuova avventura lontano dall’Italia, ma la Juve non si è voluta privare del giocatore a gennaio. I bianconeri, che hanno già pagato 20 milioni di euro per il prestito biennale, decideranno solo al termine della stagione se esercitare il diritto di riscatto (altri 35 milioni) presente nell’accordo con l’Atletico Madrid, club proprietario del cartellino. E proprio i rapporti non idilliaci tra Barça e Atletico hanno definitivamente raffreddato l’affare: i catalani volevano Morata in prestito con diritto di riscatto, i colchoneros pretendevano l’obbligo di riscatto. Posizioni distanti e matrimonio sfumato.