Esterni con vista scudetto. Oppure esterni con vista Europa. Ma anche esterni fondamentali per conquistare una salvezza che magari si è complicata. Stiamo parlando di un ruolo fondamentale, anzi decisivo, a maggior ragione se si tratta di specialisti in azione negli ultimi 30 metri. Certo, servono anche i De Sciglio e i Marusic, ma quelli che incidono vicino alla porta – magari giocando con il piede invertito – sono pepite d’oro. Anche nella prossima sessione di mercato, che scatterà tra una ventina di giorni, loro saranno protagonisti.

Una premessa: il più corteggiato del reame si chiama Domenico Berardi: è la bandiera del Sassuolo, ha una valutazione più o meno fissa – circa 30 milioni – per un motivo molto semplice. Quale motivo? La scorsa estate, dopo un lungo ciclo con il suo attuale club e dopo aver detto no in precedenza a molte proposte milionarie, Berardi si era sentito pronto – prontissimo – per un cambio di maglia. Sarà stato probabilmente l’effetto dell’Europeo appena vinto dopo una grande performance, passaggio decisivo per il salto in alto delle ambizioni, fatto sta che lui aveva chiesto di andare.

Ricordiamo che in passato Berardi aveva rifiutato qualsiasi destinazione, Inter e Juve compresi, proprio perché era poco convinto. Quindi l’inversione di tendenza: dopo metà agosto aveva chiesto di andare alla Fiorentina, la trattativa non aveva portato a un accordo, Berardi è rimasto e ha strappato la promessa che a gennaio (tra meno di venti giorni) non ci sarà una lievitazione del cartellino. Non ci sarà, vero, ma nessuno metterà 30 milioni sul piatto: quindi, a meno di colpi di scena, il Sassuolo terrà la sua bandiera fino alla prossima estate. E confermerà la quasi tendenza di non cedere mai i gioielli nella sessione di gennaio.
Diciamo quasi perché, in questo ballo degli esterni, il club emiliano potrebbe fare un’eccezione. Parliamo di Jeremie Boga, uno che – quando sta bene – a sinistra fa la differenza senza soluzione di continuità. L’unico intoppo, non da poco, è rappresentato dal fatto che Boga ha un contratto in scadenza nel 2023, quindi restano circa 18 mesi e non ci sono margini per il rinnovo.

Ecco perché il Sassuolo sta pensando di privarsene a gennaio, in modo da incassare quei 20 milioni più eventuali bonus che sarebbero tabù la prossima estate. In prima fila c’è l’Atalanta, che vuole dimenticare la delusione Champions con un regalo che possa consentire di competere fino in fondo anche per lo scudetto. All’inseguimento lo Shakhtar, non fosse altro perché De Zerbi conosce a memoria Boga avendolo allenato e lo inserirebbe volentieri nel suo progetto ucraino fresco di nomina. Più defilato il Napoli, semplicemente perché non si potrà muovere in quel ruolo a gennaio, avendo il quiz Insigne da risolvere e se vogliamo il rebus Mertens, entrambi in scadenza.

E la Fiorentina come si consolerà per il possibile (probabile) mancato arrivo di Berardi? Ha messo nel mirino, da almeno un paio di settimane, Jonathan Ikoné, stellina del Lille protagonista nel girone di Champions con tanto di qualificazione agli ottavi. Veloce, molto tecnico e pronto per le grandi platee, non a caso ritenuto (dopo Berardi…) il profilo perfetto per gli spettacolari schemi offensivi di Italiano. Il Lille non vorrebbe cederlo, ma la Fiorentina si è portata molto avanti con il lavoro per un motivo molto chiaro: Ikoné ha un contratto che scade nel 2023, esattamente la stessa situazione di Boga, e rinviare la sua cessione al prossimo giugno significherebbe rischiare di non prendere i soldi che oggi Commisso mette a disposizione (una quindicina di milioni più eventuali bonus). A quel punto Italiano avrebbe una formidabile batteria di specialisti al servizio di Vlahovic, a maggior ragione se teniamo conto che Callejon si è rigenerato, Sottil è prezioso e Saponara è un jolly che sta vivendo una completa rinascita dopo un periodo di oblio.

Ci sono altri tasselli del puzzle da tenere in considerazione, sempre in quella zona del campo. Parliamo di Castillejo: gli spezzoni che ha giocato con il Milan, anche l’ultimo di Udine, hanno dimostrato che lo spagnolo ha una grande professionalità e dimostra di essere utile alla causa. Ma siamo sicuri che accetterà un ruolo da comparsa? No che non lo siamo anche perché le proposte non mancherebbero: piace al Genoa di Shevchenko che ha disperato bisogno di rinforzi e ha il solito mercato in Spagna dove è stato protagonista. Il discorso vale anche per Miranchuk, accolto con tantissime speranze considerato il suo valore: di sicuro non pensiamo che il ragazzo sia diventato un brocco all’improvviso, ma ha bisogno di giocare con continuità e in quel ruolo è chiuso. Pensiamo: spesso l’Atalanta tiene in panchina Ilicic o Malinovskyi, quando potrebbe arrivare a simili condizioni il momento di Miranchuk? Non a caso a Verona è stato rispolverato come titolare dopo un lungo oblio. E ha segnato. Un suo trasferimento a gennaio, magari in prestito com’è accaduto con Lammers, era stato messo in preventivo ma adesso la vicenda può prevedere nuove rivisitazioni. Certo, se Gasperini accogliesse Boga, a quel punto l’intasamento in casa della Dea sarebbe totale. E il mercato degli esterni sarebbe sempre più in copertina. Un discorso che, ovviamente, non coinvolge soltanto Miranchuk.