Il mondo del calcio, si sa, è sempre più in crisi e i club cercano, come possono, di far entrare più soldi possibili nelle proprie casse. Specie dopo la pandemia, che secondo Deloitte, è costata alla Serie A il 18% dei ricavi annuali. Gran parte degli introiti derivano dai diritti TV, molti altri dalla vendita dei biglietti allo stadio (che nell’ultimo anno e mezzo sono stati inesistenti) e altri ancora (ma solo per alcuni club) dai premi Uefa. Non bisogna dimenticare, però, le maglie da calcio e le sponsorizzazioni.

Le magliette sono tra le principali fonti di ricavi sul fronte marketing e gadget per un club. Ma le casse delle squadre si arricchiscono anche grazie alle sponsorizzazioni.

Storia degli sponsor in serie A

Inizialmente, in Serie A, non era prevista la possibilità di avere uno sponsor sulla maglia: solamente nella stagione 1981-1982 la FIGC liberalizzò la sponsorizzazione. Tra Serie A e Serie B, dunque, quell’anno, scesero in campo 28 squadre per la prima volta con uno sponsor sulla maglia. Una svolta storica per il calcio italiano che, per la prima volta, vide assegnare il campionato a una squadra brandizzata. Si trattava della Juventus, che giocava con la maglia bianconera e lo sponsor “Ariston”.

Il mondo del pallone in Italia si è poi evoluto e oggi, quasi ogni squadra (la Lazio no ad esempio) possiede un main sponsor. Ma il calcio tricolore ha fatto un ulteriore passo avanti. Da qualche tempo, infatti, hanno fatto la loro apparizione anche il retro sponsor e lo sleeve sponsor sulla manica, in modo che i club possano incassare di più.

Dalle criptovalute all’edilizia

Ma chi ricava di più dalle sponsorizzazioni? Recentemente Inter e Roma hanno ufficializzato i nuovi main sponsor, ma in Italia è un altro club a detenere il primato degli accordi più redditizi. Precisiamo subito che non rientra nelle prime posizioni il Milan che, tra le società di Serie A, è sesto. Emirates infatti, main sponsor del club milanese, garantisce ai rossoneri “solamente” 10 milioni di euro annui.

Non va meglio ai giallorossi che, a fine giugno, hanno firmato un accordo con Digitalbits, fondazione non-profit nata in California nel 2017, che è attiva nel business della blockchain open source che si occupa soprattutto di criptovalute. La fondazione statunitense porterà nelle casse della società capitolina circa 12 milioni di euro annui.

Sei milioni all’anno in più per il Sassuolo, il cui main sponsor è Mapei, società controllante il club. I neroverdi mettono in cassa 18 milioni di euro, ma c’è chi riesce a intascare di più.  In primis l’Inter, che ha da poco chiuso l’accordo con il nuovo sponsor.

Sul podio Juve Inter e Fiorentina

Dopo 26 anni ininterrotti di Pirelli, i nerazzurri hanno siglato l’accordo con Socios.com, società fintech, fornitore di blockchain per l’industria dello sport e dell’intrattenimento. Socios, che è estranea alla proprietà societaria, garantirà alla Beneamata più di 20 milioni a stagione. Parecchi, ma meno dei 30 a cui aspirava il club del presidente Zhang prima dell’avvento della pandemia.

Medaglia d’argento per la Fiorentina, tutto merito dell’azienda televisiva americana del presidente Commisso. Il main sponsor dei Viola, infatti, è Mediacom, quinta azienda fornitrice di TV via cavo negli Stati Uniti. Una società che garantisce al club toscano 25 milioni di euro annui. Moltissimi, ma venti in meno rispetto al club che detiene il primato di questa particolare classifica.

Primo posto, tra i club del campionato di Serie A, per la Juventus che, come il club fiorentino, si affida a una società collegata al proprio presidente. I bianconeri, annualmente, ricavano 45 milioni di euro grazie a un accordo con Jeep, marchio interno a Exor di proprietà della famiglia Agnelli. Un primato che difficilmente le altre società del calcio italiano riusciranno a raggiungere o equiparare.