Il derby della Madonnina numero 178 in Serie A è dell’Inter di Simone Inzaghi, che mantiene le distanze sia dalla vetta (-13) sia sul terzo posto (+3 sulla Roma). Crisi nera per il Milan, che viene condannato da Lautaro Martinez alla terza sconfitta negli ultimi 5 turni di campionato, il 5° ko nei 7 match ufficiali più recenti se si considerano anche la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia.

Le pagelle dell’Inter

Onana 6: quasi uno spettatore non pagante, ma nella normale amministrazione non si fa mai sorprendere.

Skriniar 6,5: ha addosso gli occhi di tutti, ma conferma, anche senza fascia di capitano, di essere un grande professionista, oltre che un ottimo difensore.

Acerbi 6,5: decisivo in un’occasione, mette la sua esperienza al servizio della causa.

Bastoni 6: normale gestione, senza fronzoli, senza esitazioni, da difensore navigato.

Darmian 6: al momento garantisce maggiore equilibrio rispetto a Dumfries e non è un caso che Inzaghi lo chiami in causa quasi sempre ormai.

Barella 6,5: tante critiche negli ultimi tempi, ma quando conta sa essere un vero e proprio pendolino. (Dal 94° Asslani sv).

Calhanoglu 6,5: Con l’assenza prolungata di Brozovic si è trasformato in un regista di centrocampo di livello internazionale, come se giocasse in quel ruolo da sempre. (Dall’88′ Gagliardini sv).

Mkhitaryan 6,5: esperienza ed arguzia tattica vitali per il centrocampo dell’Inter. Tanta roba per un innesto a parametro zero. (Dal 71′ Brozovic 6: gli manca la condizione, ma è un buon inizio).

Dimarco 6,5: continua ad essere molto lineare nelle sue prestazioni, con grande generosità nella doppia fase. Una certezza assoluta. (Dal 71′ Gosens 6: fa il suo)

Martinez 7,5: i gradi di capitano gli danno un’ulteriore spinta, è un costante pericolo per la difesa rossonera che trafigge per la settima volta.

Dzeko 6,5: poco incisivo in zona gol, ma quanto lavoro fa il bosniaco per la squadra? Prezioso come pochi. (Dal 71′ Lukaku 6: si muove bene e sfrutta il fisico per mettere in difficoltà la difesa rossonera, segnali incoraggianti anche da parte sua).

Inzaghi 6,5: nel primo tempo c’è solo una squadra in campo, nella ripresa l’Inter perde lucidità, ma sicuramente l’ha preparata meglio del suo dirimpettaio rossonero. Magra consolazione a -13, ma oggi l’Inter è la più credibile antagonista del Napoli.

Le pagelle del Milan

Tatarusanu 6,5: tanto criticato negli ultimi tempi, è incolpevole sul gol e si rende protagonista di due interventi decisivi.

Kjaer 5: dal rientro dall’infortunio non è mai stato al livello della sua prima parte di esperienza in rossonero, Lautaro lo fa ammattire. (Dall’85′ Rebic sv).

Kalulu 5: le sue prestazioni erano calate già prima del cambio di modulo avvenuto in questa gara. Letteralmente irriconoscibile.

Gabbia 5,5: generoso e attento, ma il reparto rossonero non può gravare sulle spalle di questo ragazzo. (Dal 71′ Thiaw 6: aggiunge fisicità duellando anche alla pari con Lukaku).

Calabria 5: perde il duello a distanza con Dimarco, poi lascia il campo ad inizio ripresa. (Dal 55′ Saelemaekers 5: sembra un pesce fuor d’acqua e non riesce mai ad incidere).

Messias 5: esperimento fallito. Pioli lo manda in campo da mezzala, costringendolo a 45 minuti senza mai incidere: lascia il campo all’intervallo. (Dal 46′ Brahim Diaz 5.5: non si trova nel nuovo impianto di gioco e finisce per diventare pasticcione).

Krunic 5: centrocampista di quantità, meno di qualità, naufraga assieme alla nuova proposta di Pioli.

Tonali 5: si vede chiaramente che è spremuto e avrebbe bisogno di rifiatare, ma rimane una delle poche certezze di una squadra che ora deve ritrovare la strada.

Hernandez 5: la freccia che ha trascinato il Diavolo allo scudetto è solo un lontano ricordo. Sconsolato e quasi arrendevole.

Origi 5,5: la volontà ce l’ha, è tutto il resto che manca. (Dal 55′ Leao 6: dimostra subito di poter creare pericoli all’Inter con le sue accelerazioni, il contesto non lo aiuta).

Giroud 5: anche il francese non ha più la lucidità dei tempi migliori, tanto da sbagliare uno stop semplice in un’occasione che sarebbe potuta diventare importantissima. Il pubblico di San Siro, giustamente, rumoreggia.

Pioli 4: il cambio di modulo finisce per far perdere al Milan anche le poche certezze che erano rimaste negli ultimi tempi. Nel primo tempo non riesce nemmeno a confezionare un’azione offensiva. Dovrà provare altre soluzioni, ma intanto per gli addetti ai lavori il “piolismo” non esiste più.