Di Redazione William Hill News
18 Dicembre 2019
Impresso sui sediolini del Camp Nou, stampato sulle magliette, ma soprattutto marchiato a fuoco nell’anima di ogni tifoso blaugrana. “Més que un club” – molto più di una squadra – non è solo un motto. È il biglietto da visita con cui il Barcellona rivendica la sua unicità. Un mito alimentato da successi, imprese storiche e dai tanti fuoriclasse che nel corso della storia hanno difeso questi colori. Da Johan Cruijff a Messi: ecco i migliori giocatori del Barcellona.
I Palloni d’oro del Barcellona
Per ben 12 volte è stato un giocatore del Barcellona ad aggiudicarsi il Pallone d’oro. Nel corso della storia il pubblico del Camp Nou ha spesso avuto l’onore di poter ammirare da vicino alcuni dei migliori giocatori al mondo all’apice della loro carriera.
Il primo della squadra del Barcellona in ordine di tempo a vincere il riconoscimento è stato Luis Suàrez nel 1960, seguito dalla doppietta di Johan Cruijff (1973 e 1974). Venendo all’epoca più recente, invece, a portarsi a casa l’ambito premio con la maglia blaugrana sono stati nell’ordine Hristo Stoičkov (1994), Rivaldo (1999), Ronaldinho (2005) e Lionel Messi che, da solo, ne ha vinti 6.
Tra tutti i giocatori del Barcellona il più grande è la “Pulce”
Sei palloni d’oro vinti, 617 gol in 702 presenze e un talento che sembra non conoscere confini. Descrivere la grandezza di Lionel Messi diventa ogni anno più difficile. Tra i tifosi blaugrana la domanda “qual è il giocatore più forte di tutti i tempi?” non crea alcun imbarazzo. Neppure riavvolgere il nastro e ripensare a Diego Armando Maradona in maglia blaugrana fa vacillare i tifosi catalani.
Messi non è solo il miglior marcatore della storia blaugrana, ma ha persino triplicato i numeri di chiunque altro. Per trovare il secondo cannoniere bisogna tornare indietro sino agli anni 20 del secolo scorso e scomodare lo spagnolo César Rodrìguez, 195 reti in 291 presenze. Al terzo posto c’è Luis Suàrez (189 reti in 266 presenze) e una parte di storia ancora da scrivere con la maglia blaugrana. Ai piedi del podio due ex transitati nel nostro campionato con alterne fortune: Rivaldo (236 partite e 133 gol) e Samuel Eto’o (130 reti in 199 gare).
La rosa del Barcellona di Guardiola
Il peso specifico che Messi ha ricoperto va comunque contestualizzato. La Pulga diventa il giocatore che tutti conosciamo nella macchina da guerra che è il primo Barcellona di Guardiola, una squadra incredibile che, nell’arco di qualche anno, non solo porta a casa ogni trofeo immaginabile, ma si impone nel mondo del calcio con il suo “tiki taka”.
Il merito è di uno dei migliori allenatori degli ultimi anni e anche di una generazione d’oro che viene direttamente dalla Masìa. capace di sfornare in pochi anni fuoriclasse come Iniesta, Busquets, Xavi, Carles Puyol, Vìctor Valdés e Gerard Piqué. Tutti giocatori, il cui contributo alla storia blaugrana è testimoniato dalla classifica delle presenze. Le prime sette posizioni sono, infatti, tutte occupate da esponenti della formazione di quel Barcellona. Xavi è primo con 769 partite, Iniesta terzo a 674. In mezzo il solito Messi che, con oltre 700 presenze, è già a caccia di un altro record.
L’eredità dell’Olandese volante nella squadra del Barcellona
La rosa di quel Barcellona è figlia di una rivoluzione che affonda le sue radici tempo prima. Nessuno, infatti, può vantare l’influenza che Johan Cruijff ha avuto sulla filosofia blaugrana, prima da giocatore e poi da tecnico e dirigente. Fu proprio l’Olandese volante, durante il suo periodo da allenatore al Camp Nou, a creare uno stile e un’identità di gioco ben riconoscibili, sul modello della scuola Ajax. La sua eredità è oggi evidente sia dentro che fuori dal campo.
A lui è stato dedicato il nuovo stadio nato nella zona di Sant Joan Despí, che viene utilizzato dalla squadra B del Barcellona, dalle formazioni femminili e dalle giovanili. Ma del suo calcio totale sono anche figli tanti talenti nati, cresciuti e sbocciati nel Barcellona. Un filo rosso che lega il passato al presente. Da Cruijff a Messi, da Xavi e Iniesta sino ad Ansu Fati che, dopo esser diventato il più giovane marcatore della storia della Champions League, sta già studiando da grande. Non poteva scegliere una scuola migliore.