Tutti sogniamo di guadagnare una montagna soldi senza fare un ca**o, ma a parte le influencer aiutate dalla mastoplastica solo una categoria ci è riuscita davvero: I TERZI PORTIERI.

Oggi vi parliamo del lavoro più bello del mondo.

Un meraviglioso esempio di panchinaro professionista è quello di Richard Wright: 4 anni al Manchester City da terzo portiere e 0 presenze, nonostante i 450.000€ l’anno di ingaggio. E forse è stato meglio così, dato che il suo esordio con la Nazionale Inglese fu un vero disastro: contro la temibile formazione di Malta riesce a provocare due rigori, buttandosene uno in rete praticamente da solo.

Una menzione d’obbligo va fatta anche per Paolo Orlandoni, un genio in grado di vincere tutto con l’Inter scendendo in campo meno di una volta all’anno. Sì, perché oltre a tutte le competizioni italiane, il buon Paolo si è portato a casa anche la Champions del Triplete e un Mondiale per Club, per un totale di 14 trofei in sole 6 presenze.

Se cerchiamo un Orlandoni all’estero siamo costretti a spostarci in Baviera dove Tom Starke, tra il 2012 e il 2018, se l’è vissuta bella morbida sulla panchina del Bayern Monaco come terzo portiere collezionando più trofei che partite giocate: 14 coppe in 12 presenze ufficiali. Non sazio, Starke riesce anche a farsi assumere come preparatore dei portieri dopo il ritiro, ma a questo punto interviene anche un po’ di sfiga: si fanno male tutti e tre i portieri del Bayern e Ancelotti gli chiede un ritorno alle armi. Giocherà ben due partite da titolare senza subire gol, segno che al calcio qualcosina poteva ancora dare o che la Bundesliga è un campionato veramente noioso.

E lo sappiamo che tutti state aspettando il nome di Rubinho, ma magari non sapete che questo maestro della domenica tranquilla ha capito le potenzialità del terzo portiere già a 19 anni, quando aveva davanti Doni e Dida al Corinthians. Dopo qualche anno di enorme sofferenza facendo il secondo o addirittura il primo portiere in Serie A, arriva la sua grande occasione: un bel seggiolino comodo allo Juventus Stadium nella squadra Campione d’Italia. E come fai a dire di no, se vuoi aggiungere al curriculum 8 trofei giocando esattamente 47 minuti?

Ma il vero eroe di questo magico mondo è Valerio Fiori, una leggenda capace di vincere non una, ma ben due Champions League da assoluta comparsa. Nove anni in un Milan stellare passati a prendere cannonate in faccia durante la settimana con la tranquillità di chi sa già che tanto nel weekend si stacca per godersi un po’ di meritato relax. Per lui una sola partita giocata per tutti i 90 minuti, in cui prese 4 pere dal Piacenza.