Si dice che la fortuna non capiti mai per caso, ma che bisogna sempre in qualche modo cercarsela, altrimenti non sarà lei a trovare te. Alcuni ritengono che questa affermazione sia esatta, altri semplicemente credono che il nostro destino sia già scritto e che quindi qualcun altro abbia già deciso per noi. I personaggi in questione sono i religiosi, che dedicano ogni traguardo raggiunto al loro Dio, lo stesso che ringraziano prima di ogni azione o avvenimento importante della loro vita o al quale si affidano quando le cose non stanno andando nel verso giusto.

Quindi, se anche tu ti affidi alla religione pure per battere le punizioni al campetto, abbiamo una buona notizia: potresti giocare tranquillamente nel

RELIGIOSASUNA – Una squadra che ci crede

 

 

Claudio Taffarel

Tra i pali partiamo subito forte con Claudio Taffarel, che nel 2003 stava per trasferirsi dal Parma all’Empoli. Proprio durante il viaggio in macchina verso la nuova squadra il mezzo decise di bloccarsi, lasciandolo a piedi. Il brasiliano sente che quella non è solo un’avaria, ma un segno dal Cielo e non solo fa saltare il suo trasferimento all’Empoli, ma chiude proprio con il calcio giocato. A raccontarlo è stato proprio lui:

“Chiedo perdono a Dio ma la chiamata all’Empoli e il guaio all’auto mi hanno fatto riflettere, ho fatto un esame di coscienza profondo e ho capito di aver chiuso col calcio”.

Nicola Legrottaglie

Il 2003 è stato anche l’anno dell’arrivo di Nicola Legrottaglie alla Juventus, anche se riguardando le immagini di quella presentazione non è certo la religione la prima cosa che ti viene in mente.

Un paio di anni sottotono a Torino, un paio di prestiti e poi il ritorno con molta più umiltà in bianconero. Legrottaglie si presenta per la seconda volta ai tifosi molto più elegante, ma soprattutto da “atleta di Cristo”: “A 13 anni avevo fatto una promessa a Dio: se fossi diventato un calciatore, lo avrei onorato per sempre. Ma l’avevo dimenticato. Ora la mia carriera ha ripreso vigore e devo tutto al Signore”. E con la sua nuova maglia numero 33 Legrottaglie questa volta resterà alla Juventus per ben 5 anni.

Ricardo Kakà

Altro celebre atleta di Cristo è Kakà, con la sua inconfondibile maglietta “I belong to Jesus” portata sotto quella ufficiale in ogni partita. Una fede profonda, che l’ha convinto a rimanere vergine fino al matrimonio, celebrato nel 2005. A qualche anno di distanza arriveranno anche il divorzio ed un nuovo matrimonio ma, come dicono quelli bravi, questa è un’altra storia…

George Weah

Altro ex Milan e anche lui Pallone d’Oro, George Weah ha avuto una storia di fede piuttosto travagliata: da cristiano a musulmano, per poi riabbracciare la sua prima religione. E qualunque fosse la sua fede lo si vedeva spesso pregare prima delle partite proprio in mezzo al campo: “Dio ci ha creato ed è a lui che dobbiamo dire grazie ogni giorno”. Lo ripete anche oggi che è un affermato politico in Liberia.

Abel Balbo

Merita sicuramente di essere citato Abel Balbo, ex giocatore argentino di Udinese, Roma, Fiorentina e Parma, che negli anni ’90 dichiarò testualmente: “Ci sono colleghi che amano farsi vedere con modelle o delle rockstar mentre io parlo alla Madonna. Capisco che non andrò mai di moda ma ciascuno ha il proprio stile di vita”.

Roberto Baggio

Roberto Baggio per il buddismo non è semplicemente un fedele, ma un vero e proprio ambasciatore: terminata la carriera, ha deciso di dedicarsi intensamente a portare questa filosofia nel mondo, aprendo anche il più grande centro buddista d’Europa proprio in Italia.

Taribo West

Una volta ritirato Taribo West si è autoproclamato pastore pentecostale ecumenico Rovelliano, fondando nella periferia di Milano la propria Chiesa. Una fede già nota ai suoi ex compagni di squadra.

Franck Ribéry

Un campione molto legato alla propria religione è il nostro amatissimo Franck Ribéry che, convertito all’Islam, ha anche cambiato il proprio nome in Bilal Yusuf Mohammed: “La religione è una questione mia personale. Sono un credente musulmano, e da quando mi sono convertito, sono diventato più forte: mi sono rafforzato mentalmente e fisicamente”. E visto lo stato di forma con cui si è presentato in serie A a 36 anni, c’è da crederci.

Edinson Cavani

L’amore di Edinson Cavani verso Dio ha origini precise, che si sono però consolidate durante la sua prima esperienza in Italia, a Palermo. Aveva una maglia celebrativa per ogni gol: “Gesù ti amo”, “Io appartengo a Gesù”, “Gesù è vita” e così via. Lui stesso aveva dichiarato: “Mi dice sempre Dio che cosa è giusto o non è giusto fare”. I risultati, almeno sul campo parlano di oltre 600 presenze tra club e nazionale ma soprattutto 405 gol ufficiali.

Djibril Cissé

Altro campione che non ha mai nascosto la propria fede è Djibril Cissé, che dopo una vita dedicata ai principi dell’Islam nel 2007 decise, con il suo matrimonio, di cambiare fede in favore del Cristianesimo. Il matrimonio si concluse nel 2012, e non sappiamo se Djibril oggi abbia nuovamente cambiato religione.

Diego Armando Maradona

Se per molti Diego Armando Maradona è il miglior giocatore del mondo, per quattro giornalisti argentini invece è addirittura Dio in persona: a fine anni 90, dei connazionali del Pibe de Oro decisero di fondare la Iglesia Maradoniana, ovvero la chiesa di Maradona. I dieci comandamenti?

  1. Il pallone non si disonora, come ha proclamato D10s nel suo libro.
  2. Ama il calcio sopra tutte le cose.
  3. Dichiara il tuo amore incondizionato per il calcio.
  4. Difendi la maglia dell’Argentina, rispettando la gente.
  5. Diffondi la parola di Diego Maradona in tutto l’universo.
  6. Loda i templi dove predicò e i loro manti sacri.
  7. Non proclamare il nome di Diego in nome di un unico club.
  8. Segui i principi della Chiesa maradoniana.
  9. Usa Diego come secondo nome e chiama così uno dei tuoi figli.
  10. Non essere una testa da boiler e non farti scappare la tartaruga.

E non sappiamo se abbiamo tradotto male l’ultimo comandamento o se semplicemente non abbia senso, fatto sta che questa iniziativa nata per scherzo oggi è sfuggita di mano: gli “adepti” di questa religione secondo Wikipedia oggi sono oltre 800.000, tra cui Ronaldinho e Lionel Messi.