Se oggi, nell’anno del Signore 2019, pensiamo al Papu Gomez, sono tante le immagini che possono farsi spazio nel nostro cervello.

  • La straordinaria cavalcata dell’Atalanta dello scorso campionato, che permetterà al calciatore argentino di giocare la Champions League da capitano della Dea.
  • La foto in compagnia di Sfera Ebbasta con un pantalone dichiarato anticostituzionale in tutta Europa
  • Il clamoroso tormentone della Papu Dance
  • I siparietti al sapore di imbarazzo con “orsacchiotto” Petagna
  • I destri a giro piazzati appena sotto l’incrocio dei pali che da anni a questa parte fanno impazzire i tifosi dell’Atalanta

Attualmente, insomma, il Papu Gomez è una star: bellissima famiglia, professionalmente realizzato, leader e uomo carismatico da seguire dentro e fuori dal campo. Oggi però vi raccontiamo una storia apparentemente dimenticata. Ma per farlo, occorre fare un bel salto all’indietro nella carriera del Papu.

È l’estate del 2013, Gomez è reduce dall’ennesima fenomenale stagione con la maglia del Catania: i tifosi lo adorano, la squadra ruota intorno a lui e sono state gettate basi importanti per un futuro ricco di successi. Peccato però che dalla lontana Ucraina arrivi un’offerta difficile da rifiutare, sia per la società che per il calciatore.

E così Gomez in barba alle sirene di mercato si trasferisce al Metalist Charkiv con un contratto quadriennale da due milioni di euro netti, mentre al Catania spetteranno 7 milioni di euro fondamentali per il buon esito del bilancio definitivo della stagione. Entrambe le parti paiono contente, anche perché, nonostante il Metalist non sia una squadra di prima fascia, si sta affacciando all’Europa che conta, puntando a diversi calciatori europei per potenziare la squadra e togliersi soddisfazioni anche fuori dai propri confini.

Peccato però che la ruota inizi fin da subito a girare nel verso sbagliato. E non ci riferiamo solamente al taglio biondo ossigenato con cui il Papu si presenta in Ucraina.

Nel 2014 infatti inizia quella che viene denominata “La rivoluzione ucraina”, ma tranquilli, non saremo certo noi di Calciatori Brutti ad aprire una pagina di storia contemporanea. Fatto sta che l’intero Paese è in subbuglio, con il calcio giustamente eclissato da questioni ben più importanti per i cittadini ucraini.

E così, nonostante le 23 presenze accumulate nella prima stagione, Gomez fa ritorno in Italia per le vacanze, rilasciando ad amici e conoscenti alcune dichiarazioni piuttosto scioccanti: “A Charkiv vedo la gente uscire di casa con la mitraglietta. Non mi sento per nulla sicuro, non posso continuare a mettere a rischio la mia vita e quella della mia famiglia.”

Tanto che il volo diretto per l’Ucraina viene disertato da calciatore e famiglia, ben decisi a trovare una nuova sistemazione. Arriverà a quel punto l’Atalanta e inizierà la storia che oggi conosciamo.

E il Metalist Kharkiv? Beh, sulle prime non deve esserci rimasto benissimo, ma senza dubbio Gomez ci aveva visto lungo: alla fine della stagione successiva la squadra, sommersa dai debiti, ha dichiarato il proprio fallimento, ripartendo dalle serie minori.