Professionalità, serietà, etica del lavoro, orgoglio, rispetto e fedeltà. Con queste poche e semplici qualità si potrebbe riassumere il calciatore perfetto, o almeno quello che ogni singolo tifoso spera di poter vedere vestire la maglia della propria squadra del cuore.

Sfortunatamente per noi, che abbiamo fatto del calcio una ragione di vita e ci riconosciamo in quel tifoso che altro non vuole dalla propria squadra se non corsa, sudore e impegno, alcuni giocatori una volta raggiunto l’apice della loro carriera, si spengono improvvisamente. Alcuni di loro peccano di presunzione, snobbando i compagni con la convinzione di essere superiori a tutti, indipendentemente dall’impegno profuso nel corso degli allenamenti, mentre altri si stancano semplicemente, vivendo di rendita grazie ai ricchi e onerosi contratti firmati.

Noi, che siamo sempre quelli convinti che anche per i giocatori il calcio sia una questione di vita o di morte (o addirittura qualcosa di più, come affermava il buon Bill Shankly), abbiamo sbirciato con attenzione nel recente passato dello sport che tanto amiamo, stilando una classifica dei calciatori che, a differenza dei loro compagni, si sono distinti per la loro pigrizia e la loro poca voglia di fare. Attenzione: bravura non fa sempre rima con professionalità.

#06 Antonio Cassano

Uno dei pochi calciatori famosi in tutto il mondo più per il suo carattere e per la sua forte personalità che per le sue doti atletiche. Pensate che una volta (quando ancora vestiva la maglia della Roma), rispose così alla richiesta di prepararsi a fare il suo ingresso in campo da parte di Fabio Capello: “Mister, non mi alzo nemmeno se devo giocare 6 minuti”.

Altezzoso, saccente e arrogante, ma vi assicuriamo che Cassano aveva anche dei difetti. Sempre Capello, qualche anno dopo aver lasciato la Roma, racconterà che Fantantonio spesso e volentieri finiva prima gli allenamenti perché era stanco. Per finire si intende che si toglieva la maglia, si faceva la doccia e andava a casa senza avvisare nessuno. Insomma, un vero professionista. 

#05 Hatem Ben Arfa

Nel 2014, in seguito alle statistiche rese note da alcuni specialisti che avevano seguito da vicino alcuni giocatori dell’Hull City, venne fuori che il francese era uno dei più “sfaticati”. Per difendersi dalle accuse, dichiarò che il numero 10 (inteso come ruolo), è solito dispensare palloni, fornire assist ma non è obbligato a correre per forza. Neanche a dirlo, al termine di quella stagione Ben Arfa lascerà l’Inghilterra.

#04 Alvaro Recoba

El Chino è forse uno dei giocatori più forti che l’Italia abbia mai avuto la fortuna di ammirare sui campi di Serie A, ma negli allenamenti, come nella vita privata, aveva qualche preoccupante problema di pigrizia. Basti pensare che ai tempi del Venezia, il primo regalo che ricevette dai suoi compagni fu un orologio. La loro speranza era quello di vederlo, almeno per una volta in tutta la stagione, presentarsi in orario alle sessioni d’allenamento.

Qualche anno più tardi, Massimo Moratti lo definirà così: “È un ragazzo maledettamente lento, ma spesso fa cose che nessuno al mondo è mai stato in grado di emulare”. Vedere per credere.

#03 Romario

Uno degli aneddoti più famosi sul campione brasiliano è quello che lo vide protagonista nel 1994, quando vestiva la maglia del Barcellona. Pochi giorni prima del Carnevale di Rio, l’attaccante chiese a Johan Cruijff, ai tempi allenatore dei Blaugrana, di potersi prendere un paio di giorni di ferie per tornare in patria e festeggiare con i suoi amici e parenti. L’olandese lo volle accontentare ma ad una premessa: avrebbe dovuto segnare una doppietta nel successivo match di campionato. La domenica successiva Romario fu schierato titolare e segnò due gol prima dello scoccare del 20’ minuto. Al 21’ chiese la sostituzione, andò a cambiarsi e filò dritto all’aeroporto. Direzione? Rio de Janeiro.

#02 Nwankwo Kanu

La pigrizia fatta a persona. Nel 2010, al termine di una partita casalinga del suo Portsmouth, le statistiche evidenziarono che l’attaccante aveva corso addirittura meno del portiere David James. Nel post partita, l’allenatore dichiarerà: “Di questo passo, può giocare fino a 51 anni”. Smetterà a 38 anni, ma con un palmares da fare invidia a tantissime attuali stelle del calcio.

#01 Riquelme

El Ultimo Diez è senza ombra di dubbio uno dei 10 giocatori già forti mai sfornati dal Sudamerica nella storia del calcio. Ai tempi del Barcellona però, Louis Van Gaal aveva spesso qualcosa da rinfacciargli. Il motivo? Non correva. “Quando hai la palla sei il migliore al mondo, ma quando non ce l’hai giochiamo con un uomo in meno”. Alla critica, il buon Roman rispondeva: “Perché dovrei correre se lo fa già la palla?”.