L’NBA 2021-2022 si è conclusa da poco incoronando campioni per la settima volta nella loro storia i Golden State Warriors. Come si dice nel gergo americano, con 4 titoli in 8 anni ora si può parlare di “dinastia”, così come lo si è fatto in passato con i San Antonio Spurs (5 titoli in 15 anni), o con i Los Angeles Lakers nella prima decade degli anni 2000 (5 titoli in 10 anni), senza dimenticare i Boston Celtics (gli sconfitti di queste Finals) degli anni ‘60 o i Chicago Bulls degli anni ‘90.

NBA 2021-2022: i top della stagione

MVP delle Finals è stato votato all’unanimità da tutti e 11 i giurati Steph Curry, che si merita un bel 10 per aver disputato una serie da fenomeno. Nemmeno la migliore difesa della stagione, quella dei Celtics, è riuscita ad arginare la classe della guardia 34enne, che ha dato ai suoi anche un importante contributo in termini di difesa. Suo anche il record di triple nella storia dei playoff: 555, contro le 449 di Klay Thompson e le 432 di LeBron James.

Tra i top della stagione finisce inevitabilmente un altro giocatore di Golden State, ovvero Andrew Wiggins, secondo migliore assoluto nelle Finals. A 27 anni ha dato letteralmente una svolta alla propria carriera, giocando ad alti livelli dopo una stagione che non lasciava presagire per lui una crescita finale di questo tipo. Per il canadese un bel 9.

Voto 10 anche a Steve Kerr, coach dei Warriors che ha saputo magistralmente creare un gruppo da una squadra che partiva con grandissime individualità. Non era affatto scontato e quanto visto nelle Finals ha dimostrato che i vincitori sono arrivati al momento clou della stagione con più forza fisica e soprattutto mentale.

Stagione da 8 per Giannis Antetokounmpo, miglior marcatore della storia dei Milwaukee Bucks, con cui aveva vinto il titolo lo scorso anno. La corsa della sua squadra quest’anno si è interrotta nella semifinale di Conference a Est contro i Boston Celtics, ma il greco di origini nigeriane si è confermato ad altissimi livelli. I Bucks hanno cambiato diverse pedine quest’anno, non riuscendo a trovare la stessa quadra della stagione precedente, ma per il mostro sacro Magic Johnson, Antetokounmpo è ormai “il miglior giocatore di pallacanestro al mondo”.

Voto 8 anche per Nikola Jokic (Denver) e Luka Doncic (Dallas), che sono stati inseriti a fine maggio nel quintetto ideale della stagione di NBA da 100 rappresentanti dei media americani. Non è un caso che il serbo (MVP della stagione regolare) e lo sloveno abbiano ottenuto entrambi l’88% delle preferenze.

Flop e record negativi

Non raggiunge la sufficienza coach Ime Udoka, che non ha saputo probabilmente far fare ai suoi quello step in più nel momento più delicato. I Celtics sono andati davvero vicini al titolo, ma qualcosa si è inceppato sul più bello, con l’attacco che non è andato oltre i 100 punti in nessuna delle 4 gare perse. L’obiettivo di Boston sarà proprio quello di migliorare davanti e allungare il roster per le rotazioni, poi la patata bollente passerà nelle mani del coach.

Jayson Tatum, un altro dei cestisti inseriti nel quintetto ideale dai media americani dopo la stagione regolare, ha però tradito Boston proprio nella postseason. Il record di cui non andrà sicuramente fiero è quello delle 100 palle perse nella seconda fase della stagione (23 solo nelle Finals), segnando il primato assoluto nella storia dell’NBA.

Non può non essere annoverata tra i flop la stagione dei Los Angeles Lakers, che alcuni media americani hanno definito addirittura “il più grande disastro della storia del basket USA”. Niente playoff e ben 49 sconfitte, ovvero il record negativo di sempre per una squadra con LeBron James nel roster. Per i Lakers si preannuncia tra l’altro un’estate caldissima, visto che “The Chosen One” dal 1° luglio entrerà nell’ultimo anno di contratto ed entro il 4 agosto dovrà scegliere se prolungare per altri 2 anni a 97 milioni di dollari.

Ancora una stagione da dimenticare per i Sacramento Kings che falliscono la qualificazione ai playoff per la quindicesima stagione consecutiva. L’unico titolo NBA e di Conference per questa franchigia è datato 1951, quando ancora vigeva la precedente denominazione di Rochester Royals. Con 30 vittorie e ben 52 sconfitte, i Kings hanno eguagliato un record negativo che resisteva da ben 30 anni. A non partecipare ai playoff per 15 stagioni di fila erano riusciti fin qui solo i Los Angeles Clippers, quando si chiamavano Buffalo Braves, tra il 1976 e il 1991.